Lo scorso sabato 9 marzo ho avuto la possibilità, grazie ai capigita Nicola e Federica, di accompagnare dietro casa i miei consoci della sezione di Tregnago.
Pietralba e le sue malghe#
È stata la mia prima uscita «ufficiale» in ambiente come ONC della sezione.
Ho già menzionato in questo blog (vedi Friulani in Val D’Ega) come in val d’Ega vi siano molti luoghi iconici e il santuario di Pietralba è sicuramente uno di questi. Luogo di culto tra i più importanti dell’Alto Adige, è meta ogni quarta domenica di avvento di un pellegrinaggio che parte dal fondovalle (Laives) attraverso la Vallarsa.
La basilica di Pietralba (traduzione diretta del tedesco Weissenstein, pietra chiara) venne costruita nel 1533 dall’eremita Leonhard Weissensteiner come ringraziamento per l’intervento della Vergine Maria per averlo salvato da un crepaccio. Non è quindi un caso che uno dei punti forti del santuario sia il cosiddetto corridoio degli ex-voto, raccolta di quadri ed altre opere artiginali create dai fedeli come ringraziamento alla Madonna.
Nei dintorni del Santuario è presente l’eremo che prende il nome da Leonhard, costruito nel punto dove questi venne salvato.
Vedi anche
La storia del santuario e dell’eremo si trovano nella pagina ufficiale del santuario
Pietralba si trova a poca distanza dal comune di Monte San Pietro, sul limitare di una foresta di abeti rossie e, oltre al lato religioso, presenta un lato meno «spirituale»: è infatti partenza ed arrivo del cosiddetto Giro delle malghe di Pietralba, in realtà una serie di sentieri che collegano il santuario alle malghe circostanti.
Partendo dal santuario, è quindi possibile effettuare un anello che attraversa una o più malghe dove ristorarsi e, volendo, anche effettuare una deviazione verso il canyon del Bletterbach, dove completare l’anello con una passeggiata culturale sul sentiero dei Sauri, una recente aggiunta all’offerta del parco geologico del Bletterbach.
L’escursione effettuata ci ha portato dal Santuario a costeggiare le malghe Bel Riposo/Schönrast, Schmiederalm e Capanna Nuova, dove ci siamo fermati per la pausa pranzo. Da qui siamo poi rientrati al Santuario. Purtroppo, il tempo nebbioso che ci ha privati del panorama: in condizioni di cielo sereno si vedono le montagne del Trentino Alto Adige occidentale (dorsale della Mendola e più oltre le cime che circondano le valli di Sole e di Non, inclusa la parte settentrionale delle Dolomiti di Brenta.
La giornata è stata però arricchita (grazie anche al buon occhio dei partecipanti) da alcune piccole curiosità: abbiamo fugacemente scorto quello che probabilmente era un furetto o una donnola, più avanti su un albero abbiamo potuto vedere la tana di un picchio e poco dopo un albero punteggiato di piccoli fori superficiali: la dispensa di una ghiandaia? Infine, abbiamo incontrato una serie molto strana di impronte (vedi galleria fotografica a fondo pagina) che ha stuzziacato la nostra (e mia in particolare) curiosità, ma che non ho ancora capito cosa possa essere. Suppongo un’arvicola, ma se avete qualche altra idea, contattatemi!
La bellezza del giro delle Malghe sta anche nel fatto che questa zone è una delle poche dell’alta val d’Ega a non essere stata colpita dalla tempesta Vaja: infatti, i venti che hanno risalito le valli di Fiemme e Fassa sono entrati in val d’Ega dai passi di Costalunga e Lavazè, ma grazie alla sua collocazione, protetta dai baluardi del Corno Nero e Corno Bianco, la foresta di monte San Pietro è stata risparmiata dal disastro.
Galleria Fotografica
Dove non indicato, le foto sono CAI Tregnago.
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